IPA - un universo in continua espansione

Una sigla che incarna un fenomeno cominciato ormai anni fa ma ancora in costante crescita e sempre di più sulla bocca di tutti: IPA. Ma che cosa significa questa sigla? E quale è la storia di questo stile birraio?

Si tratta di uno stile di birra nato e sviluppatisi nell’ Inghilterra dell’epoca coloniale, ma è stato riportato alla ribalta dai birrifici artigianali americani.

L’acronimo IPA sta per India Pale Ale, e ciascuna delle tre lettere è indispensabile per capire a quale tipo di birra si va in contro quando la si ordina al bancone. Per prima cosa stiamo ordinando una “Ale” ossia una birra ad alta fermentazione, in tipico stile inglese; non una Ale classica però, una Pale ( dall’inglese “pallido” “chiaro”) Ale, perciò una birra tendenzialmente più chiara delle vecchie e corpose Ale inglesi.
Bisogna ricordare che l’evoluzione nel processo di maltazione dei cereali ha modificato drasticamente gli stili birrai e di conseguenza le abitudini degli amanti della birra nel corso dei secoli, perciò l’ ottenimento di malti migliori portò alla nascita di birre ambrate, già più “chiare” rispetto alle Porter dell’epoca e sicuramente di più facile bevuta e questo contribuì alla loro diffusione rapidissima.

La terza lettera dell’acronimo è forse quella più interessante perché ci racconta molto su quali fossero le difficoltà produttive nel mondo di allora; è chiaro che sicuramente non era presente la tecnologia di cui disponiamo oggi perciò le tecniche di produzione, ma soprattutto di conservazione erano ben differenti, e la birra nelle sue botti di legno andava incontro a processi di acidificazione, ossidazione o fermentazioni incontrollate. Fu quindi una svolta lo scoprire che il luppolo (ingrediente che infatti non era originariamente parte della ricetta della birra) aveva grandi proprietà antisettiche e quindi conservanti.

Nel periodo di forte espansione dell’imperialismo britannico una delle rotte principali per il commercio internazionale era sicuramente quella verso l’India, perciò la domanda di prodotti inglesi era elevatissima. Bisognava però far fronte al problema dei lunghi viaggi in nave che potevano compromettere drasticamente la salute, già precaria, di prodotti come la birra. Grazie alle sue proprietà sopra citate, l’utilizzo del luppolo in quantità modeste, abbinato ad un aumento della gradazione alcolica fu la risposta a questo problema.
E’ proprio qui che risiede quindi il motivo per cui le IPA sono birre generosamente luppolate e di gradazione sostenuta.

Il merito di aver diffuso in tutto il mondo le birre IPA, che sono state in grado poi di dare vita ad un movimento ancora più ampio e variopinto come quello delle birre luppolate, deve comunque essere riconosciuto ai birrai americani. Essi infatti non avendo una cultura antica di produzione brassicola si sono impegnati a reinterpretare gli stili classici europei e, nel caso delle IPA, sicuramente il loro contributo è stato eccezionale.

La diffusione di questa birra è stata così repentina e ad ampio spettro che sono subito nati una quantità infinita di sottostili, in cui a partire dalla base di una IPA si andava a creare sfumature sulla base di una differente gradazione, un differente luppolo o un differente aroma (Double IPA, American IPA, West Coast IPA, Cold IPA, Black IPA, NEIPA); le variazioni sul tema sono state in certi casi così drastiche da poter affermare che si sono dei veri e propri nuovi stili di birra, basti pensare alla differenza abissale che può esserci tra una New England IPA e una West Coast IPA.

 

 

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